Buongiorno a tutti miei cari e affezionati follower e lettori (instancabili). 😊✨

Come avrete notato è da un po’ che non scrivo – e non intendo solamente in italiano, dato che l’ultima volta che mi son fatta vedere davvero è stato alla fine dell’anno (mea culpa).
Questa scelta è stata dettata da un periodo particolarmente intenso legato a scelte lavorative e personali che hanno cambiato un po’ l’assetto della mia vita sia come essere umano che come professionista.
Niente di serio, non ci sono scelte fatali nella vita, perciò è stato un semplice riposizionamento del proprio io all’interno di un sistema (dis)ordinato che andava, appunto, riordinato.
Solitamente post come questo andrebbero scritti in un blog diverso, ma credo sia più utile a me e a voi che io condivida i miei pensieri in mondovisione utilizzando questo spazio con un fine più alto: condividere un’esperienza in cui magari qualcuno possa rispecchiarsi e sentirsi meno solo.
Ammetto di essere stata spinta ad aprirmi con voi un po’ anche dopo la lettura dell’ultimo post scritto dalle mie colleghe di doppioverso (Chiara e Barbara, grazie per le vostre parole >> resilienza).
Da brava “Honest Translator” è arrivato il momento di raccontarvi come stanno le cose. 😊
Mi prodigo tantissimo (oserei dire in maniera quasi ossessiva) nella promozione di una mentalità positiva, di un approccio propositivo ai fatti della vita e cerco di essere sempre protesa verso il cambiamento dovuto all’attività, rifuggendo la stasi sia mentale che fisica, però – e qui casca l’asino – c’è un però.

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Ebbene sì. Però, la sottoscritta è scivolata. Ho dovuto imparare che non c’è assolutamente nulla di male nell’ammettere che a volte anche i migliori sbagliano (😂!!! Sì, fatico un po’ ancora a farmene una ragione…) e che, nonostante ci si impegni al massimo per avere sempre il morale alle stelle e vedere sempre il lato positivo delle cose, non sempre se ne esce vittoriosi. Anzi, affannarsi è proprio la strada perfetta verso il fallimento.
Non è un mistero che io abbia lasciato per un po’ da parte la mia serie (di successo, grazie a voi! Mai e poi mai avrei immaginato di ricevere tante richieste e tanto consenso dal pubblico. Davvero. GRAZIE!) e che la creatività a cui faccio sempre appello mi sia un po’ scivolata tra le dita lasciandomi a secco.
Come mai? Direte voi.
Semplice. Ci sono momenti nella vita in cui occorre fermarsi e prendere un lungo, lunghiiiiissimo respiro e guardare le cose con distacco.
Questa vita va di corsa, ci regala momenti intensissimi che però dobbiamo quasi rincorrere per paura che ci sfuggano o che non (r)esistano. Corriamo, corriamo, corriamo, ci riempiamo di cose da fare, di progetti, di idee, di impegni, di qualsiasi cosa ci faccia sentire produttivi o comunque in qualche modo a un passo da ciò che vogliamo ottenere.
Questo è quello che IO ho fatto per mesi. Ho corso.

In realtà preferisco un’immagine più “marina”. Diciamo che sono salita sul mio surf e ho cavalcato l’onda. Era un’onda anomala, però non potevo assolutamente saperlo. Ti concentri al massimo sul lavoro, scommetti su qualche progetto e ti carichi di energia, tutto sembra filare liscio o comunque ti senti molto gratificata dai risultati che ottieni e quindi diventi quasi una macchina da guerra pronta a sfondare qualsiasi muro. Ti metti alla prova sotto quasi ogni aspetto, se capita un incidente lungo il percorso ti dici “Non fa niente!” e prosegui, prosegui, prosegui e poi… un giorno crolli. Sono arrivata al punto di sentire l’affanno.

Si può stare sulla cresta dell’onda per un po’, poi le forze iniziano immancabilmente a mancarti e fai sempre più fatica a restare in piedi. Inizi a piegarti un po’ con le ginocchia, poi perdi l’equilibrio e finisci in acqua. Magari riesci anche a rialzarti e risalire sulla tavola, ma non ti senti più come prima.
A questo punto cosa fai? O persisti e rischi di fare un grande errore – perché senza forze non riuscirai a ottenere nulla se non stanchezza maggiore – oppure decidi di tornare a riva e magari stenderti sulla sabbia a prendere un po’ di sole e ricaricare le batterie. Inizialmente ho deciso di ignorare i segnali del cedimento, poi ho capito che avevo preso la decisione sbagliata. Questo perché? Perché non volevo ammettere di aver bisogno anche io di un momento per me. Ci sentiamo come se dovessimo sempre dimostrare qualcosa a qualcuno o forse – più semplicemente – a noi stessi. La verità è che ci sarà sempre qualcosa “di più” che si potrebbe raggiungere, ma magari non è il momento giusto, non è il periodo giusto, non si è ancora abbastanza maturi o ben organizzati per raggiungere l’obiettivo.
Siamo umani.
E questa è la più grande lezione che il 2016 mi abbia insegnato fin qui.
Perciò, per qualsiasi motivo vi siate lanciati in un’impresa titanica, se vi rendete conto di non farcela perché è veramente troppo gravosa per voi (alle condizioni in cui vi ci siete buttati), rallentate.
Magari vi sto dicendo cose ovvie, perché ci siete già arrivati da un po’ e avete fatto questo percorso prima di me.
Però, credo sia importante condividere ciò che si prova e cercare di migliorarsi e migliorare la qualità della propria vita e quella di chi ci sta attorno (con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione).

Al momento sto cercando di essere molto più zen e di affannarmi meno nelle cose. Sto cercando di scegliere cosa fare passo dopo passo invece di pianificare in maniera ossessivo-compulsiva tutta la mia settimana o tutta la mia vita da qui a non-so-quanti-anni.
La strada è lunga, perché uscire da certi meccanismi e da un certo stile di vita non è semplice, ma si può fare.
Ci vuole un po’ di impegno e ci vuole anche una grande dose di autocritica e di autoconservazione.
Siamo freelance, è tutto sulle nostre spalle, però ciò non significa che ogni giorno non possa essere ben speso per fare da mattoncino per il futuro!

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Il mio consiglio per affrontare situazioni come questa è solo uno ed è semplicissimo: parlatevi. Siate onesti con voi stessi. Sempre.
Sarà che sono grafomane, sarà che sono logorroica, sarà che sono come sono, sarà che mi ha portato giovamento, ma quando non sapete più cosa stia succedendo e sentite che le energie vi stanno abbandonando, prendete un foglio di carta o un quaderno o qualsiasi cosa dove possiate scrivere e impugnate la vostra penna o matita preferita.
Iniziate a buttare giù i pensieri cercando di focalizzarvi su ciò che volete e su come vorreste che fossero le cose di cui state scrivendo. Buttate giù una bozza e poi descrivete tutto con dovizia di dettagli tornando sui punti che pensate non siano ancora del tutto chiari. Se non vi bastasse una sola “seduta”, fatelo più volte per più giorni durante una settimana. Posso assicurarvi che accadrà una magia: a un certo punto non avrete più niente da scrivere e alcune di quelle cose si staranno già materializzando perché le avrete già visualizzate, scritte e affrontate una a una.

La cosa che ci dimentichiamo a volte è il FOCUS. Occorre focalizzarsi su poche cose per volta e farle bene.
Bisogna essere sì forti, ma anche consapevoli di non essere eterni. Tutto muta nella vita, anche noi mentre la vita muta. Quando si è creativi capita di perdersi all’interno della propria creatività, del proprio mondo fantastico. Si sogna tanto – guai a voi se smettete! Guai a noi se smettiamo! ☺ – ma bisogna anche essere quel tanto razionali da capire quando è il momento di tirare le redini perché c’è bisogno dello strattone giusto che ci riporti a terra.
Volare è bello, ma bisogna anche poggiare i piedi di tanto in tanto, perché la vita è adesso e per poter avere il massimo dei risultati occorre fare il punto della situazione e godere di ogni successo quando arriva, senza esagerare.

E voi? Cosa ne pensate? Vi è mai capitata una cosa del genere?
Quali sono i vostri consigli per gli ansiogeni come me?
Se avete voglia di condividere la vostra esperienza o lasciare un commento fatelo pure! La porta è aperta.

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